CONCORSO STRAORDINARIO 2018 – per 12 mila nuovi maestri diplomati e laureati

CONCORSO STRAORDINARIO

PER 12 MILA NUOVI MAESTRI DIPLOMATI E LAUREATI

È attesa per oggi la pubblicazione del decreto per l’avvio delle procedure a concorso per i nuovi docenti, che rappresenta la risposta del Governo alla sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso che ha modificato improvvisamente orientamento escludendo dalle GAE decine di migliaia di maestri con diploma magistrale conseguito ante A.S. 2001/2002.

Chi potrà partecipare al concorso

Il concorso straordinario consisterà in una prova orale, il cui esito produrrà un punteggio ma nessuna esclusione.

In base a quanto riportato finora, potranno partecipare alla procedura:

         i diplomati magistrale entro l’a.s. 2001/02 e i laureati in Scienze della Formazione Primaria che abbiano svolto, nel corso degli ultimi otto anni, almeno due annualità di servizio specifico, anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, presso le scuole statali.

         La partecipazione al concorso, relativamente ai posti di sostegno, è invece solo consentita a coloro che siano in possesso dei succitati requisiti. Inoltre, per tali posti sarà necessario possedere il titolo di specializzazione (anche conseguito all’estero e riconosciuto in Italia).

 

Inoltre, la bozza riporta che saranno ammessi con riserva:

coloro che, avendo conseguito all’estero i titoli di cui alle sopra riportate lettere a), b), c), abbiano presentato la relativa domanda di riconoscimento al Miur, entro la data termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso stesso;

coloro che conseguano il relativo titolo di specializzazione entro il 1° dicembre 2018, nell’ambito di percorsi avviati entro il 31 maggio 2017, ivi compresi quelli disciplinati dal DM 141/2017, come modificato dal decreto 13 aprile 2017, n. 226.

I candidati potranno presentare la domanda di partecipazione in un’unica regione per una o più delle procedure.

 

Come calcolare il servizio

Un anno di servizio equivale a 180 giorni (art 489 T.U. scuola).

Questo vuol dire che per partecipare, secondo quanto riporta l’articolo 11, comma 14, del legge 3 maggio 1999 n. 124., bisogna aver prestato servizio, anche non continuativo, per almeno 180 giorni in un anno scolastico.

In alternativa, viene considerato valido il servizio dal primo febbraio fino al termine degli scrutini o esami.

Tali giorni di servizio obbligatori devono essere stati svolti negli 8 anni precedenti la data di scadenza del bando.

Non è possibile sommare servizi che si riferiscono ad anni scolastici differenti, per cui i 180 giorni vanno calcolati in un anno scolastico.

 

Per cui, in definitiva, non è necessario aver accumulato due anni di servizio per intero, ma che ogni anno abbia almeno 180 giorni di servizio o l’assunzione a tempo determinato per un intero quadrimestre dal 1° febbraio. Sempre negli ultimi otto anni.

 

Valutazione titoli

Il concorso dovrebbe articolarsi in una prova orale non selettiva (massimo 30 punti) e una valutazione titoli (massimo 70 punti).

 

Criticità

Se questo dovesse essere il testo del decreto, si pongono diversi problemi:

1.      Se l’intento del Governo è quello di prendere posizione dopo la sentenza dell’Adunanza Plenaria per risolvere l’annoso problema dei diplomati magistrali, non si comprende perché sia stato indicato il requisito dei 180 gg., quando sarebbe stato più utile non prevederne alcuno ed aggiungere un tirocinio per coloro che non hanno servizi pregressi;

2.       Perché il servizio deve essere svolto solo su scuole statali e non anche paritarie, pareggiate o private;

 

3.       E gli ITP e AFAM?